Il periodo Giurassico

Il periodo Giurassico

Durante il Giurassico Inferiore (Hettangiano; 201-199 maf), un’intensa attività tettonica di tipo estensionale portò ad un generale approfondimento dei bacini marini lombardi. Tuttavia l’area del Monte San Giorgio, così come quella di Arzo, rimase piuttosto rilevata rispetto alle altre.

Questo a causa della presenza della cosiddetta soglia di Arbostora, che si innalzava adiacente ai bacini marini più profondi del Monte Generoso, ad est, e del Monte Nudo, ad ovest. Ai margini della soglia di Arbostora si depositarono brecce e fanghi fossiliferi: in questo contesto si sono deposte le brecce variegate di Macchia Vecchia e le calcareniti fossilifere del Broccatello. Contemporaneo è il riempimento del profondo bacino del Monte Generoso da parte di calcari ben stratificati e ricchi in silice del Calcare di Moltrasio. Similmente, nel bacino del Monte Nudo, venne depositata la Formazione di Saltrio. La Formazione di Saltrio risale al Sinemuriano (199-192 maf), secondo piano del Giurassico Inferiore, e consiste in una successione di circa 20 metri di calcareniti bioclastiche con abbondanti resti di crinoidi, peloidi e litoclasti di varia natura. È principalmente costituita da unità depostesi a una profondità di una decina di metri su un pendio che univa le aree più rilevate della soglia di Arbostora ai bacini adiancenti. Le unità depostesi sono dunque il risultato di vari eventi di frane sottomarine e contengono vari resti di invertebrati, denti di squali, vari pesci e ossa disarticolate di rettili marini e terrestri. Tra questi ultimi spicca per importanza l’esemplare di Saltriovenator zanellai Dal Sasso, Maganuco & Cau 2018, un teropode ceratosauro lungo 7,5 metri, il più grande scoperto nel Giurassico Inferiore ad oggi e uno dei soli due dinosauri teropodi italiani. Lo scheletro parziale di questo dinosauro è stato scoperto nella Cava di Saltrio o Cava di Salnova sul versante meridionale del Monte Orsa, in provincia di Varese, da Angelo Zanella nel 1996, collaboratore del Museo di Storia Naturale di Milano. L’esemplare è stato quindi estratto dalla Cava dal personale del Museo e i blocchi di calcare sono stati sciolti in acido, estraendo 132 tra ossa e frammenti che hanno permesso di descrivere il teropode, appartenente ad una specie prima sconosciuta alla scienza. Altri preziosi esemplari di vertebrati e invertebrati dalla Cava di Saltrio sono al momento in fase di studio.

Nella seconda parte del Giurassico Inferiore (Pleinsbachiano-Toarciano, 193-174 maf), la soglia di Arbostora si abbassò progressivamente per subsidenza, portando alla deposizione del Calcare di Besazio, caratterizzato dalla presenza di diversi crinoidi e ammoniti, seguita dalla sedimentazione dei calcari e marne del Rosso Ammonitico Lombardo. Queste formazioni si sono deposte in ambiente più profondi rispetto a quelle precedenti sulla soglia di Arbostora, ma ancora rilevati rispetto alle aree bacinali adiacenti.

Nell’area del Monte San Giorgio si raggiunsero condizioni pienamente bacinali nel Giurassico Medio e Superiore (175-145 maf). Sul versante sud-orientale del complesso del Monte San Giorgio si hanno radiolariti, marne e calcari, appartenenti al gruppo del Selcifero Lombardo, depostesi in un bacino profondo di 1000-2000 m. Le formazioni bacinali depositate sopra il Selcifero Lombardo sono conservate nella successione delle Gole della Breggia in Svizzera, più a sud dell’area del Monte San Giorgio, ed hanno un’età che va dal Sinemuriano al Cretaceo superiore.

 

Bibliografia essenziale:

  • Croce M. 2005. Ricostruzione stratigrafica e paleogeografica della successione Triassico superiore- Giurassico inferiore nelle Prealpi Lombarde occidentali (Varese)”, M.Sc. thesis, Dipartimento di Scienze della Terra Ardito Desio, Università degli Studi di Milano, Milan, Italy. Pp. 192
  • Dal Sasso C., Brillante G. (2001). Dinosauri italiani. Venezia: Marsilio, pp. 260.
  • Dal Sasso C., Maganuco S. & Cau A. (2018). The oldest ceratosaurian (Dinosauria: Theropoda), from the Lower Jurassic of Italy, sheds light on the evolution of the three-fingered hand of birds. PeerJ 6: e5976. https://peerj.com/articles/5976/
  • Sacchi Vialli G. (1964). Revisione della fauna di Saltrio. Atti dell’Istituto geologico della Università di Pavia 15: 146–161.